martedì, giugno 06, 2006

Sulla Natura - I

Dylan Thomas, grande poeta gallese del '900, scrive nella sua La forza che attraverso la verde miccia sospinge il fiore :
(Tratto da Dylan Thomas - Poesie , Guanda Editore per "Il Corriere della Sera")

La forza che attraverso la verde miccia sospinge il fiore
Sospinge anche la mia verde età; quella che le radici degli alberi dissecca
E' la mia distruttrice.
Ed io son muto per raccontare alla rosa inclinata
Che la mia giovinezza è piegata da uguale febbre invernale.

[...]

Ed io son muto per raccontare alla tomba dell'amante
Come lo stesso verme contorto al mio sudario vada.
(pag. 19)
mettendo in evidenza come, la nostra vita, le forze che ci sospingono o atterrano, non siano poi tanto diverse da quelle che dominano la natura tutta. Eppure c'è una sottile sofferenza dovuta all'impossibilità di comunicazione, di relazionarsi con la rosa, con il vento ecc.
La poesia continua, con un bellissimo gioco di ripetizioni ed anafore, nel sottolineare la nostra vicinanza eppure esclusione dalla Natura e si conclude con la tematica della morte, destino comune a tutto il creato.
Il tema dell'unione panica con la Natura o della sua perdita, si ritrova in molti autori con simbologie e modalità diverse. A me interessa, però, far notare un collegamento con Spesso il male di vivere ho incontrato di Montale in cui la sofferenza invade tutta la natura che condivide ugualmente il nostro stesso destino: è il fiume strozzato o la foglia incartocciata ecc. tutto sovrastato dall'unico bene, l'Indifferenza:
(Tratto da Montale - Tutte le poesie, ed. Meridiani - Mondadori)
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

(pag. 35)