Come in uno specchio
Nel film "Come in uno specchio" di Bergman la protagonista femminile, Karin, appena dimessa da un'ospedale psichiatrico, vede due mondi, il primo è quello a cui appartengono suo padre, suo fratello e suo marito, il secondo invece è formato da figure oniriche.
E' la screpolatura di una carta da parati di una soffitta che permette a Karin il passaggio da un mondo all'altro, che le permette di osservare persone in riverente attesa dell'arrivo di Dio.
Il film è intriso di attesa (sembra quasi di partecipare alla rappresentazione dell'"Aspettando Godot"), di malinconia. Come negli altri film Bergman non dona mai delle risposte, ma lascia lo spettatore in sospeso, gli dona quel senso di inquietudine metafisica di cui ogni sua inquadratura sembra intrisa.
Karin, in preda ad un'altra crisi, si trova nella soffitta dove, in attesa e in ginocchio insieme al marito, vede un ragno con occhi freddi ed assenti che tenta di possederla ma che lei scaccia energicamente: era Dio.
E' la screpolatura di una carta da parati di una soffitta che permette a Karin il passaggio da un mondo all'altro, che le permette di osservare persone in riverente attesa dell'arrivo di Dio.
Il film è intriso di attesa (sembra quasi di partecipare alla rappresentazione dell'"Aspettando Godot"), di malinconia. Come negli altri film Bergman non dona mai delle risposte, ma lascia lo spettatore in sospeso, gli dona quel senso di inquietudine metafisica di cui ogni sua inquadratura sembra intrisa.
Karin, in preda ad un'altra crisi, si trova nella soffitta dove, in attesa e in ginocchio insieme al marito, vede un ragno con occhi freddi ed assenti che tenta di possederla ma che lei scaccia energicamente: era Dio.
Trascurando le possibili interpretazioni sottese alla visione, mi interessa ricordare un pezzo di dialogo tra il padre (David) ed il fratello (Minus) di Karin in cui viene indicata una visione particolare di Dio (dal sito Wings Of Desire:Cinema - Ingmar Bergman):
D - E' scritto che Dio è amore.La certezza che l'amore esista veramente nel mondo come realtà tangibile è la speranza che permette a David di vivere e sentire meno vuota la propria vita. In questo dramma talmente umano, le ultime parole di Minus saranno "Ho parlato con papà" , chiusura emblematica di un film in cui la distanza tra i quattro protagonisti risulta incolmabile, in cui la schizofrenia di Karin, l'assenza del padre, la solitudine del fratello, l'inettitudine del marito, rappresentano le loro impossibilità relazionali.
M - Per me queste sono solamente parole e assurdità.
D - Aspetta. E non interrompermi. Voglio solo darti un'idea della mia speranza.
M - E sarebbe l'amore di Dio?
D - E' la certezza dell'esistenza dell'amore come qualcosa di reale nel mondo degli uomini.
M - Ed è naturalmente uno speciale tipo d'amore che viene preso in considerazione.
D - Ogni tipo d'amore, Minus! Il più alto e il più basso, il più povero ed il più ricco. Quello ossessivo e quello egoistico. Tutti i tipi d'amore.
M - Il desiderio d'amore.
D - Il desiderio ardente e la rinnegazione. Il dubbio e la fede.
M - Così l'amore dovrebbe essere la prova?
D - Non possiamo sapere se l'amore dimostri l'esistenza di Dio oppure se l'amore è Dio stesso. Ma non è così importante.
M - Per te l'amore e Dio sono lo stesso fenomeno.
D - Il mio vuoto e la mia sporca disperazione trovano sostegno in questo pensiero. All'improvviso il vuoto si trasforma in ricchezza e la disperazione in vita.
M - Le tue parole sono terribilmente irreali, papà. Ma vedo che credi a quello che dici. E questo mi fa tremare tutto il corpo. Se è come tu dici, allora Karin dovrebbe essere circondata da Dio, dato che noi la amiamo.
D - Sì.
M - Questo può aiutarla?
D - Credo di sì.